Abuso sessuale

Abuso deriva dal latino Abusus= abuso, spreco, participio perfetto di Abutor= consumato, sprecato, abusato; unione tra AB prefisso con significato di allontanamento da qualcosa e UTOR, infinito di UTI= uso, impiego... Quindi etimologicamente Allontanarsi dall'uso comune di qualcosa...o qualcuno.

L'adulto che perpetra un abuso sessuale su un minore si allontana quindi dall'uso comune di qualcuno: il bambino, in questo caso, non viene trattato , come Ferenczi sottolineava, secondo le leggi e il linguaggio della tenerezza, ma secondo quelle della passione che non dovrebbe competere all'infanzia .

Una confusione di linguaggi  che provoca, o provocherà, danno alla salute, alla sopravvivenza, allo sviluppo( sano) del minore. Quali saranno gli esiti di un abuso sessuale?

Disturbo post traumatico da stress, la diagnosi più comune, o più specificatamente, nel caso di infanzia,  "disturbo traumatico dello sviluppo", secondo il PDM2:  questa diagnosi specifica, rappresenta una risposta tipica nei bambini traumatizzati; se poi l'abuso viene perpetrato da un caregiver , viene minata la fiducia del minore e ne risulterà un attaccamento disorganizzato, un tipo di attaccamento che comporta risposte bizzarre, illogiche e irrazionali, del bambino, nei confronti della madre o del padre  , certamente non un attaccamento sicuro.

Per attaccamento s'intende il legame affettivo che il bambino instaura con il proprio caregiver, tale attaccamento può essere, secondo gli studi di Bowlby e della Ainsworth,   a seconda del comportamento del caregiver:  sicuro quando il bambino , certo della disponibilità materna, può allontanarsi da lei per esplorare l'ambiente, ambivalente quando il bambino incerto sulla disponibilità materna non riesce a staccarsene e può sviluppare un una ansia da separazione, resistente quando il bambino, certo della indisponibilità della madre, se ne distacca e sviluppa una autonomia fisica ed emotiva: il bambino, insomma, decide, dolorosamente, che deve fare da sè, ; infine, appunto, l'attaccamento disorganizzato. Qui di seguito riporto un esempio di ttaccamento disorganizzato:
"Sara, 4 anni,  genitori separati, auto ed etero aggressiva, comportamento dirompente: difficile contenerla, dalle insegnanti e anche dalla madre,  nelle sue crisi esplosive,  in cui dimostra una forza incredibile tanto da farla temere dagli altri bambini e dalle stesse insegnanti.

Ho modo di assistere al suo incontro, all' ambulatorio , incontro tra l'altro non preventivato, con il padre( presunto abusante) che era presente per un colloquio con il neuropsichiatra:
"Sara"! esclama il padre, alzandosi e tendendo le braccia verso di lei.
Sara sorride, poi si fa seria, corre subito incontro al padre si lascia prendere in braccio, fa per abbracciarlo, ma improvvisamente se ne distanzia con tutte le forze delle sue braccia, il viso assume una smorfia di paura e disgusto, scappa via urlando….
La madre mi comunicherà la sua profonda incredulità a riguardo di un possibile abuso sessuale da parte del marito " Ma come??!!esclama," Si figuri dottoressa che quando Sara era piccola Mauro( il padre) si rifiutava di farle il bagnetto perché non voleva toccare certe parti, lo trovava sconveniente !!".
Altri sintomi che possono evidenziarsi sono un comportamento dirompente, come abbiamo visto  nel caso di Sara, ma anche ansia, fobie, disturbi del sonno e dell'alimentazione e/o un improvviso, e inspiegabile,  cambio di comportamento.
Un altro segno a cui occorre fare attenzione sono il disegnare esplicite parti sessuali anatomiche o il mettere in atto, concretamente, condotte sessuali non appropriate ,riguardo  all'infanzia , ad esempio cercare di indurre i compagni o le compagne ad atti sessuali .

" Sabrina, 10 anni, figlia di genitori separati, eccelle a scuola, eccelle anche negli sport, sembra, infatti,  essere una promessa del nuoto, affettuosa di carattere ed espansiva , improvvisamente si ritira, è silenziosa, mutacica, con un umore triste che  influisce sui suoi risultati scolastici fino ad allora brillanti; le maestre si allarmano quando Sabrina disegna un atto sessuale esplicito,( nello specifico la bambina aveva rappresentato un atto di sesso orale  , tra una bambina e un adulto) e avvertono la dirigente. Interviene la polizia che sequestra il materiale (i disegni, ma anche scritti della bambina) La bambina viene allontanata dal nucleo familiare composto dalla madre, il nuovo compagno della madre,( il presunto abusante) i fratellastri….la ragazza risiederà in una casa famiglia e vi  resterà fino al compimento della maggiore età.
La madre anche di fronte all'evidenza, negherà, forse per paura di restare senza un compagno che rappresenta una fonte di reddito,  accusando la figlia di essere bugiarda e gelosa"
Infatti, nell'abuso ,fatto nelle pareti domestiche, è presente un triangolo , simile a quello edipico: è  il cosiddetto triangolo di Karpman(1968)  per cui un trauma in età infantile prevede un abusante, una vittima, ma anche un genitore che permette che l'abuso si verifichi: questi  è distaccato , ignaro o trascurante? O è paralizzato dalla paura ed è per questo che non interviene?
Come afferma Malacrea la prima cosa da mettere in atto è la messa in sicurezza "Non c'è clinica senza protezione", occorre quindi una cornice giudiziaria, poi la psicoterapia, che, sempre citando Malacrea, contrasti la negazione e ristabilisca la verità, che affronti la crisi da svelamento contenendo lo stato di emergenza , che faccia elaborare i nodi problematici aiutando a gestire i sensi di colpa, che aiuti ad elaborare il lutto, a riparare e costruire nuovi legami, ma occorrono anche interventi educativi e sociali, tutto per evitare che il minore possa sviluppare una psicopatologia, divenire, a sua volta, perverso ed abusante in età adulta.


Area di competenza
2° e 3° infanzia
  • Problemi di relazione
  • Problemi di separazione
  • Ansia e somatizzazione
  • Disturbo dello spettro autistico
  • Ritardo di linguaggio
  • Disturbo del comportamento
  • Disturbi alimentari
  • Fobie scolari
  • Oppositività

Adolescenti
  • Crisi adolescenziale
  • Depressione
  • Disturbi relazionali
  • Elaborazione del lutto

Adulti
  • Problemi esistenziali
  • Crisi del ciclo di vita
  • Coppie in crisi
  • Ansia e depressione
  • Elaborazione del lutto

Dott.ssa Silvana Simoncini
Psicologa e Psicoterapeuta a Firenze
Iscritta all’Albo Professionale degli Psicologi della regione Toscana n. 787 dal 1989

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