Il disturbo dello spettro dell'autismo è un disturbo complesso del neurosviluppo in cui viene compromesso, a vari livelli, il linguaggio, la comunicazione e soprattutto la interazione sociale. Emerge nella prima infanzia e come già accennato il disturbo ha vari livelli: può essere lieve, moderato o grave .
Si deve immaginare lo spettro come un angolo di 180° in cui all'estrema sinistra si hanno le forme lievi, ma, via via che si procede verso destra, aumenta la gravità fino ad arrivare all'estrema sinistra dove sono compromesse, quasi del tutto, la relazione, il linguaggio e la comunicazione.
Il DSMV accorpa quelle che erano, una volta, i disturbi pervasivi dello sviluppo, la sindrome di Rett , l' Asperger, ma anche la psicosi infantile e la schizofrenia precoce che si collocano nell'unica area dello spettro.
Qui di seguito si elencano sinteticamente i segnali di DSA nei primi mesi e nei primi anni di vita:
da 0 a 3 mesi assenza di attenzione prolungata di fronte a stimoli prolungati, da 2 a 5 mesi assenza di coinvolgimento o brevi manifestazioni di gioia associato a isolamento e ritiro,
da 4 a 10 mesi assenza di interazioni o interazioni reciproche di breve durata associato a comportamento imprevedibile , da 10 a 18 mesi incapacità di iniziare e mantenere molteplici interazioni sociali associato a comportamento ripetitivo, da 18 a 30 mesi assenza o ripetizione meccanica di parole associato a ecolalia, da 30 a 42 mesi assenza di parole o ricorso solamente a copioni
memorizzati, associato a comportamento irrazionale o uso illogico delle idee. Vorrei sottolineare come L'attenzione condivisa e la comunicazione intenzionale sono i punti fondamentali su cui poggia la teoria della mente che è la capacità attribuire agli altri intenzioni e desideri o, in sintesi, stati mentali. La teoria della mente è alla base dell'empatia che è la capacità di mettersi nei panni degli altri , questa risulta, per un autistico, un compito difficoltoso:
"Ilaria, 17 anni, un lungo percorso terapeutico dall'età di 5 anni, è una ragazza intelligente e molto creativa ( dipinge e ha fatto già alcune mostre) ha un buon rendimento scolastico ma non riesce a concepire ciò che per noi, "normali", è quasi automatico" : l'idea, cioè che esiste una "alterità" . La ragazza è riuscita a farsi alcuni amici, ma non riesce a capire, ed accettare, che ciò che lei pensa e sente può non essere ciò che l'altro sente o pensa se è vero per lei lo deve essere, automaticamente anche per l'altro.… Da qui è facile intuire come Ilaria non riesca a cogliere quelle sfumature che, sempre per noi sono automatiche , quelle sfumature che fanno parte delle cosiddette convenienze sociali e mi riferisce un episodio che riguarda l'uscita da scuola( frequenta, con profitto, il liceo linguistico) :
" C'era un gruppo di ragazzi che fumava, io mi sono avvicinata e gli ho detto che il fumo provoca il cancro e che loro sarebbero morti!"
"Li conoscevi Ilaria ?"
"No"
"Non si può dire una cosa simile, non la si dice neppure ad una persona che si conosce molto bene, figurarsi ad un estraneo!"
"Perchè ?" mi chiede Ilaria "E' la verità!"….
Appunto le sfumature, e le regole della civile convenienza, non vengono colte così come le metafore, i doppi sensi, l'umorismo , laddove cioè il linguaggio e le regole sociali non seguono percorsi lineari….."
Ho parlato dei segni precoci dell'autismo i cui punti fondamentali possono esprimersi anche in età successive, nella latenza, nella preadolescenza, nell'adolescenza e nell'età adulta. Occorre però tenere conto che crescendo la sfida più significativa riguarda il superamento del mito secondo cui i bambini raggiungerebbero un livello, oltre il quale l'entità dei possibili miglioramenti sarebbe minima, in realtà il cervello e il sistema nervoso continua a svilupparsi durante adolescenza ed età adulta e si sviluppa fino a 50/60 anni…
Quindi è sempre possibile un intervento , ma soprattutto è importante tenere conto che non si tratta di autismo ma di un bambino autistico,( o adolescente o adulto) che sarà diverso da un altro bambino autistico,( o adolescente o adulto) lo sarà a modo suo secondo la propria personalità, a seconda cioè delle espressioni del suo mondo interno. Ogni bambino autistico è diverso dall'altro, ed è autistico a suo modo.
E' importante mettersi, terapeuticamente parlando, nella posizione dell'osservazione, della curiosità, adattarsi a ciò che è quel determinato bambino e non pensare a dove dovrebbe essere.
Non si tratta di addestramento, non si pone il problema di seguire delle linee guide che dovrebbero guidare l'operatore nel raggiungimento di certi obbiettivi, non si tratta di procedure standardizzate.
Ho visto nel corso della mia carriera professionale molti bambini e adolescenti autistici e il mio metodo è quello dell'attesa : Osservare il paziente e Attendere dal lui un inizio, un avvio, anche , e spesso lo è soprattutto nei casi più gravi, se non dotato di senso , poi seguirlo cercando di fornire senso a ciò che senso non ha, apparentemente.( sperando che l'invio del piccolo paziente sia il più precoce possibile, la precocità dell'intervento è segnale di prognosi favorevole, oltre alla lunghezza del trattamento) Quindi , ancora una volta, è il terapeuta che deve adattarsi a quel bambino e non pretendere, invece, che quel paziente si adatti ad una procedura, ad un programma.
Le mie terapie con bambini autistici sono individuali, ma anche il gruppo, formato da età e sessi diversi, risulta molto efficace : nel gruppo i bambini vedono le conseguenze dei loro comportamenti e come questi impattano sugli altri, ma il gruppo è anche lo spazio in cui nascono emozioni e pensieri comuni. Infine sia per i genitori che per i pazienti piccoli o grandi, la terapia di gruppo risulta meno minacciosa rispetto a quella individuale.
La teoria della mente è la capacità di attribuire agli altri intenzioni, desideri o, in sintesi, stati mentali
Per parlare di autismo si dovrebbero riempire molte pagine, e non sarebbero sufficienti; ciò che ho scritto non può considerarsi, certamente, esaustivo, è un cenno, un breve riassunto di un tema così grande. Certo è che sull'autismo molti hanno scritto e proposto cure, programmi e procedure, il più delle volte standardizzate, che, a mio avviso non tengono conto del fatto che non esiste l'autismo, ma esistono le persone autistiche ( e questo certo può dirsi di ogni deficit), esiste "quel"bambino autistico, dotato di un proprio mondo interiore, di una sua particolare personalità di cui è importante tenere conto, come tale, quindi, può avere accesso ad una psicoterapia psicodinamica o a una psicoanalisi.
Dott.ssa Silvana Simoncini
Psicologa e Psicoterapeuta a Firenze
Iscritta all’Albo Professionale degli Psicologi della regione Toscana n. 787 dal 1989
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