La crisi adolescenziale
L'adolescenza è per sua stessa natura una interruzione della crescita. L'adolescenza è caratterizzata da posizione estreme, che mutano spesso, fluttuanti, instabili, che danno a questo periodo di vita l'aspetto di tumulto, crisi, sconvolgimento. Differenziare tra lo sconvolgimento adolescenziale e la vera psicopatologia diventa difficile perché i punti in comune tra adolescenza e psicopatologia sono diversi:
- Il bisogno di evitare qualsiasi falsa situazione corrisponde all'incapacità del compromesso nello psicotico
- Il bisogno di sentirsi reale o di non sentire nulla del tutto è legato alla depersonalizzazione della psicosi.
- Il bisogno di provocare corrisponde alla tendenza antisociale del delinquente.
Occorre quindi valutare in maniera molto fine , per evitare questo fraintendimento , i comportamenti quali gli sbalzi d'umore, le momentanee disperazioni le liti con i genitori, la scuola le autorità, le esperienze con gli stupefacenti , che vengono designate come "crisi" non ostacolano, di solito, il progresso verso l'età adulta, in questo senso, quindi, la crisi ha un significato evolutivo, positivo.
A mio parere occorre, di conseguenza, seguire i criteri indicati dal PDM2 , criteri che a differenza del DSM, che propone una classificazione sintomatica , seguono una classificazione di tipo più qualitativa . Le categorie da indagare possono essere ad esempio la capacità di regolazione, di attenzione e di apprendimento, la mentalizzazione e la funzione riflessiva, la capacità di relazione e intimità , la capacità di regolare e controllare gli impulsi ed ancora lo stile emergente di personalità, (tra spettro internalizzante ed esternalizzante,) non ultima, l'esperienza soggettiva dei modelli sintomatologici( cioè l'esperienza che un individuo fa delle proprie difficoltà).
Riferimenti bibliografici:
Marcelli, Bracconier "Psicopatologia dell'adolescente" ed.Masson , Parigi
Fabio Vanni "La consultazione con l'adolescente" ed. Franco Angeli, Milano
