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Psicoterapia dell’infanzia

psicoterapia infantile

Facendo un brevissimo excursus sulla psicoterapia infantile, peccando certamente di esaustività, possiamo affermare che è stato S. Freud il quale, pur occupandosi esclusivamente di analisi degli adulti, fu il primo a condurre una analisi infantile, attraverso ciò che oggi definiremmo supervisione : nel caso del piccolo Hans (e la sua fobia per i cavalli) infatti, era il padre stesso a svolgere il ruolo analitico.

Successivamente la figlia, Anna Freud, sosteneva che i bambini non sono capaci di transfert, poichè ancora sotto l'influsso degli originari legami con la madre e il padre; l'analista infantile doveva quindi sostenere un costante impegno pedagogico avendo il bambino un Super-io immaturo.

Klein, Winnicott e Bion

La rivoluzione kleiniana rende, invece, possibile l'analisi infantile priva d'intenti pedagogici, grazie all'introduzione del materiale di gioco; per la klein assume particolare importanza il mondo interno e i fatti psichici che vi avvengono, grande importanza è data alle angosce primitive, all'invidia, all'avidità, all'aggressività, all'istinto di morte... 

Come non accennare a Winnicott, capace di parlare un linguaggio semplice e diretto indirizzato ai genitori ed uno estremamente evocativo e raffinato indirizzato ai terapeuti, di Winnicott si può ricordare il suo gioco dello scarabocchio, uno dei  ponti preferenziali di comunicazione con il piccolo paziente, ma anche il fatto che "non esiste qualcosa come un bambino, ma un bambino e una mamma"..

.Infine Bion , nel suo originale modello di analisi ,  teorico e tecnico; qui  si può parlare della funzione alfa, quella che accomuna la funzione materna a quella terapeutica, la funzione cioè di trasformare gli elementi beta, ( sensazioni ed emozioni non elaborate) in elementi "digeriti", comprensibili, pensabili attraverso la reverie che permette la transizione dal sensoriale al mentale . La reverie materna è quella che permette alla madre di sognare, fantasticare ciò che succede nella mente del suo bambino.

Dina Vallino

Moltissimi altri nomi hanno fatto l'analisi infantile , difficile nominarli tutti, ma arrivando ai tempi attuali vorrei sottolineare l'importanza di Dina Vallino e della sua Consultazione partecipata.
Di solito nel modello psicoanalitico classico i genitori  venivano, o vengono, tenuti a margine della cura dei propri figli, pur essendo sempre presenti nella mente dei bambini.

Per Dina Vallino  è invece necessaria la collaborazione dei genitori che anche se in difficoltà possono, attraverso l'analista, rivalutare, riavviare e integrare le proprie capacità genitoriali e far sì  che possa superarsi il fraintendimento dei genitori riguardo al proprio bambino . Inoltre per il bambino incontrare  l'analista insieme ai suoi genitori,  lo aiuterà a superare il timore verso una situazione/ una persona nuova, fornendogli un ambiente protetto.

 

 


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Dott.ssa Silvana Simoncini
Psicologa e Psicoterapeuta a Firenze
Iscritta all’Albo Professionale degli Psicologi della regione Toscana n. 787 dal 1989

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